Fibromialgia: un dolore tutto al “femminile”?

Fibromialgia: un dolore tutto al “femminile”?

Cos’è la fibromialgia?

La sindrome fibromialgica o fibromialgia è una condizione cronica che affligge l’apparato muscolo-scheletrico ed è caratterizzata da dolore diffuso in tutto il corpo (in particolare a livello dei “tender points”, punti come muscoli o inserzioni tendinee dove tramite la digitopressione si genera un dolore accentuato e localizzato). Spesso il dolore è accompagnato da altri sintomi quali stanchezza, indebolimento cronico, rigidità muscolare, problemi di memoria e disturbi del sonno. Non è facile ottenere la diagnosi di fibromialgia poiché il quadro clinico del paziente non mostra segni di infiammazione o lesioni visibili attraverso test clinici. Eppure, la fibromialgia colpisce la vita di chi ne è affetto e rende difficile lo svolgimento delle attività più semplici e quotidiane. Si calcola che tra il 2 e l’8% della popolazione soffra di questa sindrome. Di chi ne soffre ben il 90% sono donne, con un picco tra i 40 e i 60 anni di età. Se la fibromialgia è tanto più riscontrabile nelle donne, quali sono i meccanismi sottostanti alla base di questa sindrome che rendono il genere femminile molto più soggetto a tale dolore cronico?  

Il ruolo degli ormoni femminili

La maggiore frequenza nelle donne dei sintomi della sindrome fibromialgica suggerisce che gli ormoni sessuali possano ricoprire un ruolo nell’esacerbarsi di questo disturbo. Studi recenti hanno trovato nel liquido cerebrospinale di pazienti affetti da fibromialgia elevati livelli di sostanza P, un neuropeptide che agisce da neurotrasmettitore. Tale sostanza P ha la funzione di trasmettere le sensazioni dolorose di scheletro e muscoli al sistema nervoso centrale. Sembra che la concentrazione di sostanza P sia modulata proprio dagli ormoni femminili: la carenza di estrogeni in donne in pre o postmenopausa risulta essere correlata anche con l’insorgenza di altre malattie reumatiche, mentre invece una somministrazione di estrogeni può risultare benefica per tali condizioni di dolore cronico. Le funzioni svolte dalla sostanza P sono influenzate a loro volta dalla serotonina, nota per le sue importanti funzioni di regolazione del sonno e dell’umore e di mediatore delle percezioni dolorose. Anche per quanto riguarda la serotonina, è stato osservato come essa venga influenzata dagli ormoni tipicamente ovarici, riscontrando una generale carenza di serotonina nelle pazienti affette da fibromialgia. C’è da considerare che i fattori ormonali non sembrano essere la sola causa della fibromialgia. Anche altri fattori sembrano concorrere a spiegare l’eziologia di questa sindrome: in generale un’amplificazione delle percezioni dolorose data da anomalie dei recettori di serotonina e dopamina può avere anche una componente genetica. Tra i fattori di predisposizione all’insorgenza di questo dolore cronico sono imputabili anche il disturbo post-traumatico da stress e disturbi dell’umore quali depressione e ansia. In conclusione, il dibattitto su quali siano i fattori che determinano il manifestarsi della fibromialgia è ancora aperto. I recenti progressi della ricerca in merito a questa sindrome che solo fino a pochi anni fa veniva considerata unicamente un disturbo mentale o un’invenzione fanno però ben sperare che si sviluppi un nuovo approccio di cura basato sull’utilizzo sincrono di terapie farmacologiche e trattamenti di psicoterapia personalizzati.

Alessandra Del Ben

Pubblicato su Centro di Psicologia e Psicoterapia Funzionale di Padova

BIBLIOGRAFIA  

Clauw DJ., (2014). “Fibromyalgia: A Clinical Review”. JAMA 311 (15), 1547–1555.

Akkuş, N. Delibaş, M. N. Tamer, (2000). “Do sex hormones play a role in fibromyalgia?”. Rheumatology 39 (10), 1161–1163.