“L’amore non dovrebbe mai costarti la tua pace. Non dovrebbe mai costarti la tua gioia. Non dovrebbe mai costarti la tua felicità. Se nella situazione c’è più negativo che positivo, qualcosa deve cambiare.”
– Carolyn Gamble, ex-vittima di relazioni tossiche
In questo articolo cercheremo di parlare, pur dovendo necessariamente effettuare un’opera di sintesi e semplificazione, di relazioni tossiche. Se stai leggendo quest’articolo probabilmente ti interesserà capire se stai vivendo in una relazione disfunzionale o meno e, soprattutto, come aiutarti a lasciare alle spalle una relazione che oramai non riesce più ad apportarti la serenità e la salute mentale di cui hai bisogno.Quando si parla di relazioni “tossiche”
Se nessun rapporto è immune a conflitti e incomprensioni, come si fa a riconoscere che si sta vivendo in una relazione disfunzionale? La dottoressa Lilian Glass, autrice del libro “Toxic people”, è stata la prima ad aver coniato il termine “relazione tossica” intendendo una “qualsiasi relazione tra persone che non si sostengono a vicenda, dove c’è conflitto e uno cerca di indebolire l’altro, dove c’è competizione, dove c’è mancanza di rispetto e mancanza di coesione”(Glass, 1995). Per Glass, a differenza delle relazioni sane in cui si alternano fisiologicamente alti e bassi, una relazione tossica è costantemente spiacevole e prosciuga le energie, a tal punto che i momenti negativi superano di gran lunga quelli positivi. La relazione tossica comporta sostanzialmente un disequilibrio tra il dare e il ricevere: spesso si percepisce mancanza di empatia, ascolto e considerazione da parte dell’altro. Per fare un ulteriore punto su cosa si intende per relazione tossica in modo da distinguerla da una relazione sana abbiamo pensato di riassumere i principali campanelli di allarme in 5 punti:- Infelicità cronica, sfiducia e mancanza di supporto. Sentire che non si può parlare o esprimere le proprie preoccupazioni al proprio partner è un campanello di allarme assieme ad una pervadente sensazione di infelicità o, peggio, ad una ripercussione in negativo sulla propria salute mentale.
- Non prendersi le proprie responsabilità. Qualora il partner continui a stare sulla difensiva o ad accusare l’altro anziché assumersi le proprie responsabilità, alla lunga ciò può generare un’asimmetria relazionale, oltre che ad una situazione stagnante che impedisce la crescita all’interno sia dell’individuo che della coppia.
- Mancanza di rispetto. Dalle forme meno evidenti come le sottili critiche o altri modi per svilire l’altro, fino alle forme più gravi di mancanza di rispetto come il maltrattamento verbale o fisico sono dei forti segnali che quello in cui si sta vivendo non è un rapporto in grado di farci stare bene.
- Controllo e/o comportamento geloso. Comportamenti dovuti alla gelosia come il controllare il cellulare o il voler sapere costantemente dove sia il partner e cosa stia facendo spesso riflettono un desiderio disfunzionale di voler controllare l’altro e assoggettarlo al proprio possesso: si può arrivare a comportamenti talmente morbosi da sentirsi invasi nella propria privacy e/o da essere vittima di stalking.
- Diminuzione dell’autostima. Infine, il continuo sentirsi sminuiti e colpevolizzati tipico di una relazione tossica alla lunga può far sentire insicuri di sé stessi, causando una significativa diminuzione del senso di autoefficacia e un generale abbassamento dell’autostima.
Perché pur soffrendo così tanto non si riesce a troncare una relazione di questo tipo?
Arrivati al momento di aver compreso di stare vivendo dentro una relazione tossica, troncare una relazione di questo tipo appare la più ovvia soluzione: eppure in determinate situazioni questo non risulta così semplice e si continua a stare in una situazione che fa soffrire. Ciò potrebbe essere dovuto a fattori psicologici quali:- Il circolo vizioso. Esso porta a desiderare un cambiamento, ma a non avere le risorse o le capacità per realizzarlo (Mancini & Gangemi, 2004).
- I cicli interpersonali. Consistono in una serie di strategie utilizzate dalla persona per evitare emozioni e sensazioni sgradevoli: nel fare ciò però si attivano dei comportamenti disfunzionali che non fanno altro che confermare le credenze di inefficacia personale (Safran & Seagal, 1990).
- Una modalità “disorganizzata” di cercare la relazione con l’altro. Infine, un ulteriore meccanismo che trattiene la persona in relazioni disfunzionali per sé può essere attribuito alla modalità di attaccamento avuto in età infantile con il genitore di riferimento (Attili, 2004). Tuttavia, non bisogna pensare che la causa della propria situazione sia necessariamente il possedere uno stile di attaccamento disorganizzato, né che questo impedisca a priori di costruire con il prossimo un rapporto sano e nutriente.
Come uscire dalle relazioni tossiche?
Rivolgersi ad un professionista per cercare di uscire da una relazione disfunzionale può essere il primo passo per la ricerca in primis del proprio benessere e, solo successivamente, del benessere di coppia. Diversi studi hanno dimostrato, ad esempio, che la terapia di coppia può essere utile in casi di violenza circoscritta ed episodica (Karakurt et al., 2016), qualora invece il rapporto risulti caratterizzato dalla violenza e dall’incapacità di fiducia e di dialogo la terapia di coppia risulta inefficace. La terapia individuale cognitivo-comportamentale, invece, ha riscontrato innumerevoli riscontri positivi per quanto riguarda la modifica delle convinzioni disfunzionali innate che, come detto precedentemente, impediscono di uscire facilmente da una relazione tossica (Eidelson & Epstein,1982). Anche la terapia narrativa individuale si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento con clienti che vivevano situazioni di abuso da parte del partner: dal ruolo di vittima la persona ristruttura la propria narrazione diventando autrice della propria vita e permettendosi di influenzare il proprio processo di cambiamento (Matos et al., 2009). Oltre alla scelta del professionista più adeguato, è bene ricordare anche alcuni passaggi utili per uscire da una relazione tossica:- Ammettere di avere un problema. Riconoscere a sé stessi che la relazione che si sta vivendo è sterile e fa soffrire è il primo passo per instaurare un cambiamento durevole sulla propria situazione attuale
- Osservare la relazione con occhio clinico. Osservare con razionalità cosa accade nella relazione e le proprie reazioni emotive e fisiche, ci fa capire con più razionalità quali sono i nostri bisogni e quando questi non vengono soddisfatti.
- Dopo aver ponderato accuratamente la decisione di chiudere definitivamente il rapporto, è importante fornire al partner un messaggio semplice e chiaro riguardo alla propria decisione, evitando di giustificarsi o di dover dare troppe spiegazioni e, allo stesso tempo, evitando di colpevolizzare l’altro: ricordati, lo scopo è chiudere la relazione ed eventuali messaggi poco chiari o sensi di colpa dell’uno o dell’altro potrebbero lasciare adito a una chiusura non definitiva.
- No contact. Il miglior modo per uscire definitivamente da una relazione disfunzionale consiste nell’evitare qualsiasi tipo di contatto (sia fisico che relativo a chiamate, messaggi o social) con la persona in questione: questo in modo da permettere la ricostruzione della propria vita sempre più indipendente dal pensiero e dalla presenza dell’ex-partner.
- Infine, il lavoro di ricostruzione verte sul ri-centramento del proprio sé, sul dedicarsi alle proprie passioni riacquistando la propria autonomia e il proprio senso di auto-efficacia.
Contatti utili in caso di violenza:
- Antiviolenza Donna – 1522
Alessandra Del Ben
Pubblicato su Centro di Psicologia e Psicoterapia Funzionale di Padova
Bibliografia
https://www.psychologytoday.com
https://www.psicoterapiapersona.it/2018/04/15/uscire-da-una-relazione-tossica-in-7-passi/
Glass, L. Toxic People. Your Total Image Publsihing. 1995. Available online: https://www.drlillianglass.com/wp-content/uploads/2015/06/Toxic-People_ebook.pdf
https://www.psychologytoday.com/us/blog/toxic-relationships/202104/9-precursors-toxic-relationships
Eidelson, R. J., & Epstein, N. (1982). Cognition and relationship maladjustment: Development of a measure of dysfunctional relationship beliefs. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 50(5), 715–720. https://doi.org/10.1037/0022-006X.50.5.715
Karakurt, G., Whiting, K., Van Esch, C., Bolen, S. D., & Calabrese, J. R. (2016). Couples therapy for intimate partner violence: A systematic review and meta‐analysis. Journal of marital and family therapy, 42(4), 567-583.
Johnson, M. P., & Leone, J. M. (2005). The differential effects of intimate terrorism and situational couple violence: Findings from the National Violence Against Women survey. Journal of Family Issues, 26, 322–349.
Matos, M., Santos, A., Gonçalves, M., & Martins, C. (2009). Innovative moments and change in narrative therapy. Psychotherapy Research, 19(1), 68-80.
https://www.centroinrelazione.it/amarsi-male-lamore-disfunzionale/
https://time.com/5274206/toxic-relationship-signs-help/